L’8 aprile del 1989 l’ho sposata!
Chi!? Wonder Woman, ecco chi!
Scoprii la sua vera identità in Brasile durante il viaggio di
nozze.
Eravamo appena arrivati a
Rio de Janeiro. Il viaggio mi sembrò interminabile. Mai stato tante ore
su un aereo.
Arrivati in hotel ebbi la conferma definitiva che il mio
inglese scolastico non lo capiva nessuno. Ma nessun problema, perché Lei, Wonder
Woman, col suo “frosolonese doc” e la mimica facciale, si faceva capire
benissimo. Incredibile! e le sorridevano pure! … a me no!
Capivano cose del tipo: Viè
acquà, Alloc, Allà, Alloc sott, Quill n’n accocchia, Scign abball, Anchiana! N'm
fid chiù! Steva
all’scurdij, Darass ch’ c’ steva!
... io un po’ meno!
Insomma, dopo la sistemazione in Hotel, in una suite
bellissima con vista su Copacabana, le chiesi spiegazioni. Mi disse che era
tutto normale e che non dovevo preoccuparmi di nulla. Era tutto sotto controllo,
lei capiva il portoghese (faceva parte dei superpoteri!)
La prima mattina decidemmo di rilassarci nella bellissima
piscina dell’hotel.
A ora di pranzo entrammo in ascensore. Oltre ai soliti
bottoni dei piani, ne notammo uno con la voce “Restaurant”. Chi poteva
immaginare che quello fosse un Ristorante di lusso dove si andava solo di sera
... con abbigliamento adeguato naturalmente!
Noi eravamo praticamente in costume con le ciabatte e la
“borsa mare” un po' come Alberto Sordi e Nannina nel film “La bella di Roma”.
Insomma entrammo e capimmo subito che qualcosa non quadrava e
che molto probabilmente avevamo sbagliato piano. Ambiente elegantissimo, musica
in sottofondo, c’era pochissima gente ai tavoli tra cui arabi e, molto
probabilmente, dei business man.
Inevitabilmente, con quel tipo di abbigliamento, attirammo
l’attenzione degli altri ospiti ma fu solo un attimo, il tempo sufficiente a
permettere a Wonder Woman di fulminarli con uno sguardo tipo Rober De Niro in
Taxi Driver . Da quel momento non ci guardarono più.
In quattro ci vennero incontro. Quattro camerieri impeccabili.
Probabilmente due camerieri, il Maître ed il sommelier. Furono gentilissimi, capirono
subito la situazione e, per non farci sentire in imbarazzo, ci fecero subito
accomodare.
Era un ristorante di cucina francese. Wonder Woman non fu
contentissima, e nemmeno io per la verità, ma erano stati così gentili che non
avemmo il coraggio di andare via.
Tentammo di mangiare una bistecca per andare sul sicuro. Arrivò qualcosa che le somigliava ma,
praticamente, mangiai solo io. I
camerieri sempre lì pronti a versare il vino e pulire il tavolo anche da una
semplice briciola di pane, … un incubo!
Wonder Woman, abituata al solo cibo italiano, disse “mangia
tu che io non ho fame!!”, poi rivolgendosi ai camerieri, che non ci mollavano
neanche per un secondo, gesticolando vistosamente, disse “andare, andare, sciò
sciò iatvenn, privacy!”.
Fu così che, finalmente, ci lasciarono un po’ soli e
riconquistammo un po’ di privacy fino al dessert. Incredibile!
Capimmo solo in seguito che di giorno si pranzava a bordo
piscina, proprio dove eravamo stati tutta la mattina.
Un altro giorno prendemmo un taxi per fare il giro dei posti
più belli della città.
Autista brasiliano, capiva solo la sua lingua e … il
frosolonese! Dopo cinque minuti lui e Wonder Woman erano già amici.
Ad un certo punto del percorso, ad uno stop, un altro
automobilista non ci diede la precedenza. Dopo lo spavento iniziale, al posto
di scendere il nostro autista, scese mia moglie. Incredibile!
Scesi, appena dopo, non per nostra difesa, ma per difendere
il povero malcapitato dalle grinfie di Wonder Woman!
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