Il frammento di memoria di oggi riguarda i gloriosi anni ’60. Penso fosse verso la fine degli anni ’60 quando iniziai a scoprire un luogo fino ad allora sconosciuto ed inesplorato, un luogo fantastico. Un luogo dove poter stare da solo e poter riflettere: LA SOFFITTA. Sì, quel vano compreso tra il tetto e il solaio dell’ultimo piano del palazzo. Non mi è mai dispiaciuto passare del tempo da solo. Quel giorno, lì sopra, scoprii un mondo. Era uno spazio dove l’estate era caldissimo e l’inverno freddissimo, ma nonostante questo mi piaceva frugare tra le mille cose che erano accumulate lì sopra. Ogni giorno trovavo qualcosa di interessante, vecchi libri, foto sbiadite, oggetti vari. Creai uno spazio, in un angolo, con un piccolo tavolo e una sedia, La mia prima scrivania! Quante ore trascorse lì in soffitta! Un giorno decisi di sollevare alcune tegole. Salii su una vecchia sedia di paglia, feci leva e sfilai la prima tegola, e poi un’altra. Ed eccolo lì il cielo azzurro.
a cura di T. Primerano