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Visualizzazione dei post da luglio, 2020

LA SOFFITTA

Il frammento di memoria di oggi riguarda i gloriosi anni ’60. Penso fosse verso la fine degli anni ’60 quando iniziai a scoprire un luogo fino ad allora sconosciuto ed inesplorato, un luogo fantastico. Un luogo dove poter stare da solo e poter riflettere: LA SOFFITTA. Sì, quel vano compreso tra il tetto e il solaio dell’ultimo piano del palazzo. Non mi è mai dispiaciuto passare del tempo da solo. Quel giorno, lì sopra, scoprii un mondo. Era uno spazio dove l’estate era caldissimo e l’inverno freddissimo, ma nonostante questo mi piaceva frugare tra le mille cose che erano accumulate lì sopra. Ogni giorno trovavo qualcosa di interessante, vecchi libri, foto sbiadite, oggetti vari. Creai uno spazio, in un angolo, con un piccolo tavolo e una sedia, La mia prima scrivania! Quante ore trascorse lì in soffitta! Un giorno decisi di sollevare alcune tegole. Salii su una vecchia sedia di paglia, feci leva e sfilai la prima tegola, e poi un’altra. Ed eccolo lì il cielo azzurro.

VIAGGIO DI NOZZE IN BRASILE

VIAGGIO DI NOZZE (PARTE 1)   L’8 aprile del 1989 il grande passo. Un matrimonio organizzato alla perfezione. Al 98% da mia moglie e al 2% da me. Sì, mi fece scegliere la musica di sottofondo al ristorante! Tutto filò liscio e nel migliore dei modi. Fu una giornata meravigliosa e indimenticabile come è giusto che sia! Giorno successivo, partenza per il Brasile. Il viaggio mi sembrò interminabile. Mai stato tante ore su un aereo. Finalmente arrivammo a Rio de Janeiro. Arrivati in hotel ebbi la conferma definitiva che il mio inglese scolastico non lo capiva nessuno. Ma nessun problema, perché Lei, col suo “frosolonese doc” e la mimica facciale, si faceva capire benissimo. Incredibile! e le sorridevano pure! … a me no! Ci sistemammo in Hotel, in una bellissima suite con vista su Copacabana al Rio Palace Hotel. La prima mattina decidemmo di rilassarci nella bellissima piscina dell’hotel. A ora di pranzo entrammo in ascensore. Oltre ai soliti bottoni dei piani, ne n

NONNO

Corpo dei Vigili Urbani di Isernia - Anno 1959 All'inizio degli anni ’70 vivevo ancora a Isernia con mio nonno. Un vigile urbano d’altri tempi, quando il vigile era un’autorità, rispettato e benvoluto da tutti i cittadini.   Uomo corretto, comprensivo, altruista, rispettoso, fedele alla sua divisa, molto umano. Non solo un vigile ma anche un uomo d’altri tempi, non a caso, per tutti, era “Don Antimo”.   Fumava le “Nazionali senza filtro”, amava la Patria e la famiglia e amava il Natale, in particolare la realizzazione del presepe. Ogni anno, tutti gli anni, finché è stato in vita, la sera del 24 dicembre, a pochi minuti dalla mezzanotte, organizzava la “processione” per la collocazione del bambinello nel presepe. Che meraviglia! Quanto mi piaceva quell’atmosfera. Si era felici con nulla. La grande forza e la bellezza nella semplicità di tutte le cose che si facevano.   Era anche un ottimo “uomo di casa” sapeva fare di tutto, riparava ogni cosa e sapeva cucinare. Sapev

LA PRESCIENZA O “SESTO SENSO”

Più che di un ricordo, oggi vi vorrei parlare di una dote “paranormale” di mia moglie che, oltre ad una naturale ed inconsapevole vena comica, possiede il dono della PRESCIENZA. La “prescienza” è la capacità di prevedere quello che accadrà di lì a poco, una sorta di sesto senso molto sviluppato. ESEMPIO: (In macchina) MOGLIE: Vai piano! IO: Ma vado a 90, a quanto dovrei andare? MOGLIE: Il limite qui è 70! IO: eh vabbè! MOGLIE: e comunque tra qualche curva trovi i carabinieri! IO: Sì vabbè! Mai visto i carabinieri su questo tratto di strada! Dopo nemmeno 2 km posto di blocco dei carabinieri! MOGLIE: Sci vist? (Hai visto?) IO: 😳😳😳 Quando mia moglie inizia una frase con “VUOI VEDERE CHE ….” bisogna stare attenti perché è sicuro che accadrà quello che ha pensato! Se, per esempio, decidiamo all’improvviso, avendo fatto tardi da qualche parte, di pranzare in un ristorante e, avviandoci, lei dice “VUOI VEDERE CHE è chiuso?” … arriviamo … CHIUSO! Un

VIAGGI E IMPREVISTI (Parte 2)

Nell’estate del 2005, partimmo per la nota, calda, stupenda e gettonatissima SHARM EL-SHEIKH. Fu una vacanza meravigliosa tra Sharm El-Sheikh e Naama Bay dove, la sera, c’era lo “struscio”, i locali le discoteche i ristoranti, una specie di Rimini egiziana. Piena di Italiani. Se a Parigi ci traumatizzò l’allarme bomba, quell’anno il secondo trauma arrivò quando, fortunatamente, eravamo appena rientrati in Italia. Il 23 luglio del 2005 dei terroristi islamici fecero esplodere una serie di bombe distruggendo vari palazzi, tra i quali un albergo e un centro commerciale, oltre che parte del mercato. Ci furono 88 vittime e 200 feriti.   Le bombe esplosero proprio dove noi, la sera, passeggiavamo felici e spensierati, ignari della tragedia che sarebbe successa di lì a poco. Quella sera, guardando il TG ci venne un colpo al cuore. Ancora una volta ci era andata bene! Dopo l’allarme bomba a Parigi e, successivamente, le bombe reali di Naama Bay, che solo per una coi

VIAGGI E IMPREVISTI (Parte 1)

Quasi sempre, durante le vacanze, durante i viaggi, accadono cose insolite. A noi un po’ di più! Iniziamo con PARIGI Nel 2002 viaggio a Parigi e Disneyland. Eravamo saliti sulle Torre Eiffel. Io, mia figlia Chiara e mia cognata Mariantonietta. Arrivati da pochi minuti al 2° piano, in attesa dell’ascensore, che ci avrebbe portato fino in cima alla torre, mentre stavamo ammirando il bellissimo panorama parigino, mi squillò il telefono. Era mia moglie che era rimasta giù, perché “non si sentiva tranquilla”. Sul sesto senso di mia moglie poi scriverò un articolo a parte! Rispondo <<pronto! che cosa c’è?>> Lei: <<dovete scendere immediatamente!>> Io: <<ma scherzi? Dopo la fila chilometrica finalmente siamo arrivati quasi in cima e vuoi che scendiamo, ma perché?>> Lei: <<TI HO DETTO CHE DOVETE SCENDERE IMMEDIATAMENTE!>> Dal tono un po’ alterato ed insolito però capii che qualcosa di serio stava accadend

WEDDING DAY (part 2)

Terminata la funzione religiosa, felice di esserne uscito vivo, uscimmo anche dalla chiesa. Un mare di gente, lì sul sagrato, attendeva, fremente. Non vedevano l’ora di buttarci addosso un quintale di riso e confetti. Dopo il bagno di riso salimmo su un'altra bella auto, una Maserati quattroporte. Il nostro secondo, momentaneo, e improvvisato autista, era Antonio detto Totò! Chi poteva immaginare che questo pensava di stare a Monza, al circuito di Formula 1. Partì a razzo. Tant’è che io e mia moglie dovemmo tenerci stretti per non essere sballottati. Verso la decima curva percorsa a 150 chilometri orari, dissi <<Totò vorremmo arrivarci vivi al ristorante se non ti dispiace!>> Intanto avevamo distanziato tutti. Non so, forse pensava ci fosse un premio per chi arrivava primo! boh! Felice, anche stavolta, di essere arrivato vivo al Ristorante, scesi velocemente ad aprire lo sportello a mia moglie per farla scendere dal bolide che ci aveva tras