VIAGGIO DI NOZZE (PARTE 1)
Un matrimonio organizzato alla perfezione. Al 98% da mia
moglie e al 2% da me.
Sì, mi fece scegliere la musica di sottofondo al ristorante!
Tutto filò liscio e nel migliore dei modi. Fu una giornata meravigliosa
e indimenticabile come è giusto che sia!
Giorno successivo, partenza per il Brasile.
Il viaggio mi sembrò interminabile. Mai stato tante ore su un
aereo.
Finalmente arrivammo a Rio de Janeiro.
Arrivati in hotel ebbi la conferma definitiva che il mio
inglese scolastico non lo capiva nessuno.
Ma nessun problema, perché Lei, col suo “frosolonese doc” e
la mimica facciale, si faceva capire benissimo.
Incredibile! e le sorridevano pure! … a me no!
Ci sistemammo in Hotel, in una bellissima suite con vista su
Copacabana al Rio Palace Hotel.
La prima mattina decidemmo di rilassarci nella bellissima
piscina dell’hotel.
A ora di pranzo entrammo in ascensore. Oltre ai soliti
bottoni dei piani, ne notammo uno con la voce “Restaurant”.
Chi poteva immaginare che quello fosse un Ristorante di lusso
dove si andava solo di sera ... con abbigliamento adeguato naturalmente!
Noi eravamo praticamente in costume con le ciabatte e la
“borsa mare” un po' come Alberto Sordi e Nannina nel film “La bella di Roma”.
Insomma entrammo e capimmo subito che qualcosa non quadrava e
che molto probabilmente avevamo sbagliato piano. Ambiente elegantissimo, musica
in sottofondo, c’era pochissima gente ai tavoli tra cui arabi e, molto
probabilmente, dei business man.
Inevitabilmente, con quel tipo di abbigliamento, attirammo
l’attenzione degli altri ospiti ma fu solo un attimo, il tempo sufficiente per
permettere a Lei di fulminarli con uno sguardo tipo Rober De Niro in Taxi
Driver. Avete presente <<ma dici a me? Ma stai parlando con me?>>
Da quel momento non ci guardarono più.
In quattro ci vennero incontro. Quattro camerieri
impeccabili. Probabilmente due camerieri, il Maître ed il sommelier. Furono
gentilissimi, capirono subito la situazione e, per non farci sentire in
imbarazzo, ci fecero subito accomodare.
Era un ristorante di cucina francese. Lei non fu
contentissima, e nemmeno io per la verità, ma erano stati così gentili che non
avemmo il coraggio di andare via. Tentammo di mangiare una bistecca per andare
sul sicuro. Arrivò qualcosa che le
somigliava ma, praticamente, mangiai solo io.
I camerieri sempre lì pronti a versare il vino e pulire il
tavolo anche da una semplice briciola di pane, … un incubo!
Lei abituata al solo cibo italiano, disse “mangia tu che io
non ho fame!!”, poi rivolgendosi ai camerieri, che non ci mollavano neanche per
un secondo, gesticolando vistosamente, disse <<andare, andare, sciò sciò>>
manco fossero galline ... Fu così che, finalmente, ci lasciarono un po’ soli e
riconquistammo un po’ di privacy fino al dessert.
Praticamente mi sentivo come se andassi in giro con la
guardia del corpo.
Mia moglie se si incazza si trasforma in Wonder Woman e poi sono
cavoli!
Solo il giorno successivo capimmo che si pranzava a bordo
piscina, proprio dove eravamo stati tutta la mattina.
Un altro giorno prendemmo un taxi per fare il giro dei posti
più belli della città.
Autista brasiliano, capiva solo la sua lingua e … il
frosolonese! Dopo cinque minuti lui e Wonder Woman erano già amici.
Ad un certo punto del percorso, ad uno stop, un altro
automobilista non ci diede la precedenza. Dopo lo spavento iniziale, al posto
di scendere il nostro autista, scese mia moglie.
Scesi per difendere il povero malcapitato!
Dopo una settimana trascorsa a Rio De
Janeiro, partimmo per San Paolo del Brasile.
Altro giro altra corsa ... ennesimo
aereo!
Nel periodo estivo partiva da San
Paolo e tornava, ogni anno, al suo paese natio: Frosolone.
Aveva fatto fortuna nel campo delle
pitture e vernici, e girava sempre con un clarinetto, suo inseparabile
compagno.
Più che una gentilezza però fu una
specie di “rapimento”.
Questo benedetto uomo, legatissimo a Frosolone,
ci costringeva a raccontargli ininterrottamente tutto quello che succedeva nel
paese, 24h su 24h. Voleva sapere tutto di tutti!
Tra un racconto ed un altro partiva
con il concertino col suo inseparabile clarinetto che durava un tempo indefinito,
fino allo stremo!!
Una sera, verso le 19:00, mentre ci
apprestavamo ad uscire per un giretto nella città, ci venne incontro dicendo
<<ma dove andate così tardi, statevene qua che facciamo un altro
concertino?>> Un incubo!
VIAGGIO DI NOZZE
(PARTE 2)
Dall’alta parte << Eu não entendo>>
IO: <<capelli, hair,
parrucchiere, hairdresser>>
Dall’alta parte << desculpe eu não entendo>>
IO: <<e che cavolo! .. just
moment ... I call my wife!>>
LEI: <dammi qua, passami il
telefono>>
Poi, stranamente, la fece entrare.
Io già pensavo “questa ora la butta
fuori, come minimo le dice di andarsi a vestire!”
Una scena da oscar!
Insultava a turno un po’ lei e un po’
me che la guardavo, ma io continuavo a starmene lì sul letto divertito e
rilassato a far finta di niente.
IO: <<ma no, stai
benissimo>>
Moglie: <<stai zitto eh! Stai
zitto che è meglio!>>
IO: <<ma ti ha fatto un bel
taglio dai!>>
Moglie: <<vavatten che è megl!!
(vai via che è meglio!)>>
Scendemmo giù ed entrammo nella
solita limousine con autista.
In pratica sembravamo una gang del
cartello messicano!
Anche Wonder Woman si era ormai tranquillizzata
e sorseggiava champagne!
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