I l 26 luglio del 1805, alle ore 2:11 di notte, avvenne la catastrofe. Il tremendo terremoto, di magnitudo 6,6 con una profondità di soli 10 km, fu preceduto da vari fenomeni relativi alle acque sotterranee. A Bojano fu notato un aumento della temperatura delle acque delle fontane del paese e si intorbidì la sorgente del fiume Biferno. A Isernia si seccarono le sorgenti che alimentavano le fontane della città. Ad Agnone si inaridì il corso del torrente Verrino. La scossa causò l’apertura di numerose ed estese spaccature nel terreno. Furono osservati sprofondamenti, avvallamenti e cadute di massi. Molti alberi risultarono sradicati o spaccati, in particolare, sui monti del Matese si aprirono numerose fenditure, da alcune delle quali fu osservato fuoriuscire del fumo nero maleodorante. Molte acque sorgive subirono un aumento della temperatura, mentre altre si essiccarono. Le acque di molti corsi d’acqua apparvero intorbidate e aumentate di volume. Sulla sommità
a cura di T. Primerano