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Visualizzazione dei post da settembre, 2020
L o  so, considerando il titolo della mia pagina Facebook (Frammenti memoria dal 1960 in poi!), sono uscito un po’ “fuori tema” con i miei ultimi post, ma, facendo una piccola forzatura, anche questi ultimi argomenti trattati possono considerarsi come piccoli “frammenti di memoria”. E allora per rimettermi in carreggiata e farmi perdonare, torno a metà degli anni ’80. Vi racconterò di quella volta che fui convocato in direzione (in Via Libero Testa a Isernia) presso l’Ente di Formazione Professionale ENAIP, per il quale lavoravo, per una comunicazione urgente. Era il 1983/84. Lavoravo da poco tempo presso questo Ente dove iniziavo a muovere i primi passi verso le Tecnologie informatiche. L’ENAIP era un Ente di Formazione Professionale molto quotato e importante, con sedi in tutta Italia, disponeva di notevoli risorse economiche e non a caso i primi computer IBM, su cui potetti mettere le mani, li trovai proprio lì. Ne avevo a diposizione una decina, visto che non sapeva utili

IPOCRISIA DA SOPRAVVIVENZA ... e altro ancora!

D ai su, diciamoci la verità a quanti di noi capita di dover fare buon viso a cattivo gioco. Quanti di noi sono “costretti” (si fa per dire) a vestire i panni del perbenismo a favore e a vantaggio del “quieto vivere”. Ma sì dai, diciamo a tutti quello che vogliono sentirsi dire, tanto cosa ci costa! Mentiamo a noi stessi pur di mantenere stupidi equilibri che, alla fine, servono solo a recitare una parte legata alla nostra maschera di ipocrisia. Ipocrisia da sopravvivenza. Sì, mentiamo per vivere meglio ed in maniera più integrata in questo tipo di società. Fingiamo spesso e volentieri, per omologazione, per stupidità o per convenienza, in uno scenario popolato da falsi e mediocri attori. Penso però che, in fondo al nostro animo, ci piacerebbe tanto poter dire quello che pensiamo realmente, ma non la facciamo quasi mai perché non si può! Alcuni ci riescono. Solitamente sono quelli che risultano poco simpatici e che vengono tenuti a debita distanza. A volte sono considerati anche dei fu

VIVA IL PROF.

  H o insegnato, negli ultimi 20 anni, in centinaia di corsi di informatica, nelle scuole pubbliche, in quelle private, nelle aziende, negli Enti di formazioni e nella Fondazione “Giovanni Paolo II” presso l’Università del Molise.   Ho conosciuto persone e “personaggi” di tutte le età.   Mi è capitato di tutto e, per la verità, mi sono molto divertito.   Iniziamo con la tipologia “beginners” ossia i principianti, quelli che si avvicinano per la prima volta all’utilizzo del computer. Solitamente persone di una certa età!   Le femmine sono state sempre quelle più intraprendenti, quelle che hanno posto più domande, le più curiose. I maschi, invece, quelli più timorosi, più scettici, più lenti, più silenziosi.   In questi tipi di corsi le prime cose da dire sono tre:   1.        Il computer non è intelligente; 2.        Non fa nulla da solo; 3.        Non è pericoloso.   Qualcosa che ha accomunato tutti però riguarda frasi del tipo “mi ha cancellato tutto!”, “è uscito s