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LA CASA DI “GIGETTO”


Dopo il post riguardante gli anni ’70 ecco un altro ricordo del decennio successivo.
Il decennio dei favolosi anni ’80!
Nel 1980 compivo vent’anni!
A ottobre 1981, appena terminato il servizio militare, ebbi l’infelice idea di tornare a casa, a Isernia, in divisa. 
Non l’avessi mai fatto.
Alfredo Fiorini fu il primo ad appiopparmi il soprannome che mi avrebbe accompagnato e identificato per molti anni : SBIRRO!
Dal quel momento perfino la mia automobile dell’epoca, una Fiat 125 special, diventò la BAT-SBIRRO, non so perché ma Alfredo era così, aveva la mania di appioppare soprannomi a tutti, compreso la mia macchina.
Della nostra comitiva non si salvava nessuno.
C’era Walter (detto Cinzia), Marino (detto Jody), Enrico (detto Mazzariell), Gianni (detto Passero) e l’altro Alfredo detto “teng ch’ fa” ossia “ho da fare” perché dovunque lo incontravi ti diceva sempre che aveva da fare.
Una volta, ricordo, in una gita scolastica al 5° anno, passammo per la Svizzera.
Facemmo tappa a Lugano.
Appena scesi, notammo che Alfredo si allontanava, avviandosi verso non si sa dove.
Qualcuno di noi gli urlò << Alfrè ... ma dove vai?>> lui si fermò per un attimo, si voltò e rispose, naturalmente <<teng ch’ fa!>>.
Che soggetto!!
Il luogo d’incontro di quel periodo per la nostra comitiva era la casa di “Gigetto” ossia casa di Alfredo Fiorini.
Il nome Gigetto era un’eredità paterna, visto che il papà di Alfredo era il mitico Luigi Fiorini (detto appunto Gigetto). Molti isernini lo ricorderanno in quanto proprietario dell’altrettanto notissimo bar di fronte alla stazione.
Il pian terreno della casa (una villetta a due piani) era a nostra disposizione.  Durante le festività natalizie, dal pomeriggio fino a tarda sera, ci riunivamo sempre lì.
Era il periodo del “risiko” rinomato gioco di società. Trascorrevamo molte ore intorno ad un tavolo tra carri armati, carte, dadi e territori da conquistare.

Altro pezzo forte era l’impianto stereo di Alfredo. La musica di sottofondo era un elemento irrinunciabile. No so come facesse Alfredo, ma aveva sempre le novità, a volte ancor prima delle radio.
Sicuramente c’era lo zampino di Gigetto senior che coccolava il figlio in modo esagerato. Era lui ad occuparsi del suo abbigliamento, dei profumi, degli accessori e probabilmente anche della musica. Appena usciva qualcosa di nuovo il primo ad acquistarlo, per il figlio, era Gigetto.
Insomma un papà davvero invidiabile.

Anche con noi era gentilissimo e, molto spesso, ci invitava a cena. Gli piaceva ascoltare le nostre chiacchiere, i nostri racconti e non smetteva mai di fare domande, voleva essere aggiornato su tutto, senza però, essere invadente.
Ci salutava sempre con un discreto  “Stetv attient” ossia “state attenti!”

La mia mitica “125 special” era parcheggiata davanti casa. Era lì che la musica continuava a riempirci la vita. L’impianto stereo della FIAT 125 SPECIAL era il prolungamento dell’impianto stereo della casa di Alfredo.

Buone parte delle musicassette ascoltate in macchina erano opera sua.
Quando entrava in macchina, la prima cosa che faceva era quella di alzare il volume e, appena dopo, seguiva, con tutto il corpo, il ritmo della musica.
Praticamente ballava da seduto.

Ricordo un giorno, per la strada di Longano (vicino Isernia), in una curva, sfiorammo l’erba bagnata e la mitica 125 ci fece finire, in un lampo, in una cunetta molto ampia e fortunatamente ricoperta d’erba. Infatti come entrammo così uscimmo, tipo montagne russe.

Ripensando all’espressione di Alfredo in quel frangente ancora rido da solo.
In pratica, per lo spavento, era sparito da sopra il sedile. Aveva gli occhi spalancati, le braccia puntellate tra lo sportello ed il cambio e se ne stava raggomitolo a terra quasi sotto il sedile.
Io, che ridevo a crepapelle, volevo chiedergli se si fosse spaventato ma non ce ne fu bisogno perché in attimo si tirò su e disse “affanculo sbirro!”.


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