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IL VIAGGIO A BARCELLONA


A metà ani ’80 comprai, finalmente, la mia prima macchina nuova.
La Fiat Uno Diesel!

Lo so non vi sembra un granché, ma per me che, fino ad allora, avevo avuto solo macchine usate, come la mitica Fiat 125 Special, era una gran bella soddisfazione. Un bel traguardo!

Non trovo parole per descrivere la mia felicità. Ero il giovanotto più felice del mondo!

Come inaugurare questa fantastica automobile?
In quel periodo avevo un collega di lavoro che, oltre ad essere proprietario di una nota tipografia isernina, insegnava, come me, nei corsi di formazione professionale. Io avevo appena iniziato con l’Informatica, all’epoca con il sistema operativo MS-DOS, e lui insegnava nei corsi per rilegatori e tipografi.

Il mio amico si chiamava Carlo. 
Passai a prenderlo a casa, così all’improvviso. Eravamo in ferie dal lavoro.
Carlo era un ragazzo buono e gentile, ci voleva poco a convincerlo e fargli fare qualsiasi cosa.

IO: <<Carlo dai, butta qualcosa in un borsone e partiamo!>>
CARLO: <<come partiamo! Ma dove andiamo!>>
IO: << Dai, dai, muoviti te lo dico dopo>>

Obbedì!

Da premettere che, sia io, sia Carlo, eravamo fidanzati con ragazze oltretutto molto gelose.
Ma non si sa come, non si sa perché, partimmo senza stare a pensarci troppo.
Gli chiesi solo se avesse la carta d’identità in regola e valida per l’espatrio.

Prima mi disse di sì, poi, ripensandoci: <<ma perché valida per l’espatrio? Dov’ è che mi vuoi portare? Mi dici dove stiamo andando?>>
E io: << dai che poi te lo dico, è una sorpresa, vedrai ci divertiremo!>>

Erano anni che volevo andare a Barcellona, mai avrei immagino di andarci così, in macchina e in compagnia di Carlo.
Secondo me nella vita, se devono accadere delle cose, accadono e basta!
E così iniziò il nostro viaggio. Iniziò l’avventura di metà anni ’80.
Superammo, Roma, poi Firenze.

Verso Genova, Carlo continuò a martellarmi con la solita domanda <<mi dici per favore dove stiamo andando? Dai dimmelo!>>
E io <<tra poco te lo dico!>>

E via con la musica a palla.
Che bella quella sensazione di libertà. Viaggiare senza una meta o destinazione precisa, senza prenotazioni. Liberi!
Arrivammo al confine con la Francia che era notte.
Carlo continuava a chiedermi se volevo che guidasse lui mai io ancora mi sentivo in forma per guidare ancora un po'.

Pensò che stessimo andando a Parigi!
Arrivati ad Aix-en-Provence ci perdemmo!
Sì perché un po’ di inglese lo conoscevano ma il francese proprio no, e lì non si capiva niente con le indicazioni stradali.

Fu lì che finalmente rivelai a Carlo la nostra destinazione finale, Barcellona!.
Non fece una piega. Accettò passivamente.
Gli uscì solo una simpatica esclamazione, disse <<Ah Barcellona! ... in Spagna?>>
<<NO>> dissi io <<Barcellona in Sicilia!!>>
Scoppiammo a ridere!

Finalmente ritrovammo la strada giusta. Direzione Barcellona!
Non si arrivai mai, guidai tutta la notte.
Era da un po’ che Carlo mi chiedeva se volessi il cambio.

A quel punto non ce la feci più.
Velocità media di Carlo, 70 Km/h
IO: <<Carlo se continuiamo così però arriviamo a Natale!>>
CARLO: <<no, no, bisogna andare piano non si sa mai chi trovi di fronte!>>
IO: <<Carlo guarda che siamo in autostrada, chi vuoi che venga di fronte?>>
CARLO: <<eh non si può mai sapere! ... metti che uno si sbaglia e imbocca la strada al contrario!>>
IO: <<Oddio non è possibile! Ma almeno arriva a 100!>>
CARLO: <<A 100 ma sei matto! ci sono i limiti!>>
IO: <<Il limite a 100? Ma dove lo hai letto, te lo sei inventato?>>
CARLO: <<no, no meglio andare piano!>>
IO: <<Ok, tanto tra un po' riprendo io la guida!>>

Finalmente arrivammo al confine spagnolo, a “La Jonquera” (vedi foto).

Passato Girona lessi un cartello “Lloret de Mar”
Quel posto l’avevo già sentito nominare. Era una specie di Rimini spagnolo.
Dissi <<Carlo che ne dici se ci fermiano a Lloret de Mar?>>
Tanto per lui andava bene tutto, ormai era in balia degli eventi, faceva tutto quello che gli dicevo.

Un ragazzo unico Carlo!

Arrivammo a Lloret de Mar.  In effetti sembrava di stare Rimini.

Ora bisognava trovare con urgenza un hotel, un posto dove poter fare una doccia e riposare, visto che avevamo viaggiato tutta la notte.
Avevamo percorso quasi 1.500 chilometri, tutto d’un fiato!
Cose che si possono fare solo da giovanotti!
Iniziammo a girare, ma dovunque ci fermavamo era pieno.
Alta stagione.

Quando eravamo ormai rassegnati, in un ultimo tentativo ci sorrise la fortuna!
Delle ragazze che avevano appena disdetto la prenotazione e quindi si liberò una camera.
Carlo, stanchissimo, da bianco e nero tornò a colori!
Facemmo una bella doccia e poi ci buttammo su un bel letto fresco a riposare un po’.
Uscimmo per pranzo.

Mentre camminavamo sentimmo un tizio che urlava come un pazzo: << Tizià, Tizià!!>>
<<Non ci posso credere!>> esclamò Carlo <<c’è uno che ti sta chiamando dall’altra parte del marciapiede!>>

Era un amico di Isernia.
Incredibile! Com’è piccolo il mondo!
Finimmo a mangiare una spettacolare pajella.
La sera in discoteca. Una bolgia umana. Un carnaio!

Troppo anche per noi. Uscimmo e vedemmo che c’era un altro locale dove eleggevano “Miss culetto d’oro”. Eh scusate ma quello era il concorso!

IO: <<Carlo che dici, andiamo?>>
CARLO: <<NO, NO Rosa si incazza!>>
Rosa era la fidanzata che stava a 1.500 CHILOMETRI DI DISTANZA!
IO: <<Ma dai non facciamo niente di male, sarà divertente!>>
Non ci crederete ma per la prima volta non riuscii a convincerlo.
Tornammo in hotel!
Avevo notato che Carlo dormiva con i calzini, ma non avevo mai avuto il coraggio di chiedergli il perché.

Quella sera però lo feci.
IO: <<Carlo ma che cazzo fai? Dormi con le calze?>>
CARLO: <<Eh sì, senza non riesco a dormire!>>
E cosa gli vuoi dire? Mah!

Il giorno dopo in spiaggia. Mai viste tante belle ragazze tutte insieme. Carlo di nuovo con i calzini e le ciabatte.
Dissi <<guarda se non ti togli le calze ti lascio qui. Te ne torni col treno a casa>>
Riuscii, a fatica, nell’impresa.
Iniziammo a far amicizia. Conoscemmo delle ragazze tedesche.
Facemmo un po’ di foto.

Io come un fesso facevo lo sborone, mi vantavo di avere lì la macchina, manco avessi avuto una Mercedes.
<<Voi venire con noi, andare in giro in macchina, discoteca, ristorante>>
Quando non si conosceva la lingua si parlava come agli indiani, come deficienti!
Il problema però era che Carlo pensava a Rosa!
Ogni volta che stavamo per quagliare qualcosa rovinava tutto iniziando a parlare di Rosa.
Il giorno dopo decisi di spostare il tiro.
Passammo da un “certo tipo” di vacanza ad una più culturale.
Prenotammo un viaggio organizzato che ci avrebbe portato finalmente alla destinazione finale : BARCELLONA!
E così fu.

Finimmo a fare i turisti “adulti” tra musei, pinacoteche e Sagrada Familia.
Per farla breve, al ritorno, vennero fuori quelle benedette foto e Rosa si incazzò di brutto. Specialmente con me che avevo portato Carlo “sulla cattiva strada”.
Ma voglio spiegare COME vennero fuori quelle foto!
Una mattina, dopo che eravamo tornati dalla vacanza, da, più o meno, una settimana, passai in tipografia da Carlo per chiedergli delle foto.

Mi disse <<sì le ho portare a sviluppare, proprio stamattina doveva passare Rosa a ritirarle!>>
IO: <<Mai sei scemo, come Rosa? Ma lo sai che lì ci sono anche le foto con le ragazze tedesche scattate sulla spiaggia? ... Ora sono cazzi tuoi!>>
Carlo cambio colore, divenne pallido come un lenzuolo. Aveva totalmente dimenticato quegli scatti.
Dio volle che proprio in quel momento Rosa tornasse con le foto in mano!
IO volevo morire.
Era incazzata come una jena.
Risultato: Rosa lasciò Carlo.
Un dramma, una tragedia!
Per far capire a Rosa che non avevamo fatto nulla di male impiegai diversi mesi.
Alla fine lo perdonò (anche se il poverino non aveva fatto nulla di male) e tornarono insieme.
Poi si sono sposati!
Tutto e bene ciò che finisce bene.

Nonostante tutto, quella vacanza mi è rimasta nel cuore.

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