Anni ’80.
Arrivato alla soglia dei 60 credo sia il momento di confessare, principalmente al gruppo degli amici di quegli anni, alcuni “peccati veniali”.
Ebbene sì,
confesso che all’epoca, di nascosto, ascoltavo anche musica italiana.
Claudio
Baglioni, Mina, Matia Bazar, Antonello Venditti, Riccardo Cocciante, Lucio
Dalla e perfino Gianni Togni e Alan Sorrenti, tanto per citarne alcuni.
Se l’avessero
scoperto i miei amici mi avrebbero sicuramente “bullizzato”, tanto per usare un
termine, purtroppo, molto attuale.
Ascoltare
musica italiana, all’epoca, tra quelli della mia età, era da sfigati.
Solo Queen,
Prince, Dire Straits, Culture Club, Paul Young, Simply Red, Prefab Sprout,
Simple Minds, Michael Jackson, Madonna ecc... ecc...
Tutti artisti
che mi piacevano moltissimo, ma mi piaceva anche la musica italiana e canzoni
come “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti.
Avevo delle
cassette nascoste in macchina con le compilation italiane. Le ascoltavo quado
viaggiavo da solo.
Non so
perché ci fosse questa sorta di repulsione verso la musica italiana, ma di fatto
era così e se non ascoltavi musica “straniera” non eri omologato ed integrato
nel gruppo. Ancora adesso, di tanto in tanto, vado su Youtube e cerco “Matia
Bazar, Solo Tu”!
La seconda confessione riguarda, invece, il servizio militare.
Anche in
questo caso, amare la divisa, era considerato, sempre dal gruppo dei miei
amici, una cosa da sfigati. Prestare
servizio militare, per loro, era da evitare a tutti costi. Facevano follie per
raccomandarsi a qualcuno o trovare il modo per essere esonerati!
Una croce
troppo grande da portare. Una vera sciagura!
Ebbene
confesso che io, invece, amavo alla follia la mia divisa e il mio corpo di
appartenenza.
Tant’è che, di
tanto in tanto, tornando a casa in licenza, rientravo con la divisa. Fu così
che una volta, purtroppo, fui sorpreso dal mio caro amico Alfredo Fiorini che
appena mi vide col basco e la divisa addosso mi appioppò immediatamente il
soprannome che mi ha perseguitato per tanti anni: “Sbirro!”.
Alfredo
aveva la mania di appioppare soprannomi a tutti. Ognuno della “comitiva” ne
aveva uno, solo a me non era mai riuscito ad affibbiarne uno, quella fu
l’occasione giusta!
Ci sarebbe qualcos’altro ma non è che si può scrivere proprio tutto! ....
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